EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
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Stagione 2016/2017

MACBETH

Locandina:

DI WILLIAM SHAKESPEARE

TRADUZIONE DI AGOSTINO LOMBARDO

REGIA FRANCO BRANCIAROLI

SCENE MARGHERITA PALLI

COSTUMI GIANLUCA SBICCA

LUCI GIGI SACCOMANDI

CON FRANCO BRANCIAROLI E VALENTINA VIOLO

E CON (IN ORDINE ALFABETICO)

TOMMASO CARDARELLI, DANIELE MADDE, STEFANO MORETTI, LIVIO REMUZZI, GIOVANNI BATTISTA STORTI, ALFONSO VENEROSO

CTB CENTRO TEATRALE BRESCIANO TEATRO DE GLI INCAMMINATI

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sabato 12 novembre ore 18,30 Foyer del Teatro

la Compagnia INCONTRA il pubblico

ingresso libero


Date e Info: da giov. 10 a sab. 12 novembre (ore 21), dom. 13 novembre (ore 15.30)

Scheda:

uno dei nostri massimi attori viventi 
Roberto Mussapi, “avvenire.it”

Ha debuttato a maggio - lasciando il segno nell’immaginario dei primi spettatori e critici - l’ultimo spettacolo diretto e interpretato da Franco Branciaroli, che affronta, per la terza volta, Macbeth: alla ricerca del carattere profondo e universale di uno dei più complessi personaggi del genio shakespeariano.

Dentro lo spazio scenico quasi metafisico - una scatola nera tagliata da luci spettrali, con cambi scanditi da un sipario che cala come una ghigliottina - Branciaroli sceglie una recitazione enfatica, antinaturalistica, che esalta la vertigine poetica del testo. Il suo Macbeth prende la forma tremante di un malinconico, pavido e incapace di scegliere: è soltanto per effetto di una fantasia di potere che il barone scozzese sovverte con efferata violenza tutte le leggi morali e naturali. Sotto l’influsso delle profezie delle streghe e dell’ambizione della Lady, che si fa motore dell’azione al suo posto, Macbeth, inizia quasi inconsapevole la sua opera sanguinaria, uccidendo, non più come un guerriero ma come una belva, anche la propria umanità.

“Ma chi di noi non ha desiderato uccidere? chi non ha cresciuto dentro di sé, magari per poco, un nemico?” ci chiede il regista: Macbeth, prigioniero dell’immaginazione, pervaso dalla paura della realtà, mostra come uno specchio la natura più abietta, e forse più reale, del male che attecchisce dentro l’uomo. 
Perché, avverte, è “intorno all’inquietante parabola di seduzione dell’anima al male” che “pulsa l’enigmatico cuore di questa tragedia”.

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