Aterballetto
direzione artistica Cristina Bozzolini
coreografo principale Mauro Bigonzetti
direttore generale Giovanni Ottolini
nel 30° della fondazione
coreografia Mauro Bigonzetti
canzoni e poesie Luciano Ligabue
dialoghi dal film Radiofreccia Luciano Ligabue
scenografia e video installazioni Angelo Davoli
costumi Kristopher Millar e Lois Swandale in collaborazione con Mariella Burani Fashon Group
luci Carlo Cerri
sponsor KERself energie alternative e risorse idriche
in collaborazione con ATERDANZA
“Slancio, spregiudicatezza, sfide alla gravità. Estensione, battito, respiro, sensualità.
Dove, insomma, il corpo dimostra di avere tanti segreti da svelare.
Soprattutto quelli che conosce della musica.”
Luciano Ligabue
Aperta da sempre a collaborazioni con coreografi prestigiosi, compositori, scenografi, pittori, attori, che hanno consolidato nel tempo le sue qualità, la compagnia Aterballetto ha calcato in 30 anni le scene di Europa, Americhe, Medio ed Estremo Oriente.
Festeggia il trentennale di attività una produzione che raccoglie attorno al coreografo di fama internazionale Mauro Bigonzetti - primo italiano a creare per il prestigioso New York City Ballet - due straordinari talenti: il musicista Luciano Ligabue, icona della scena italiana rock, e l’artista Angelo Davoli, che da anni conduce una originale ricerca pittorica nell’ambito del paesaggio contemporaneo.
“La musica che esce da una radio e rompe il silenzio provocato dal rumore sordo e monotono del motore, i raggi dei fari che tagliano l’oscurità e concedono un passaggio attraverso il paesaggio che si nasconde dietro il velo della notte, un paesaggio che esiste da sempre, che è li già da molto prima di noi, che forse conosciamo bene, che vive dei suoi infiniti volti e respiri, ma che, immerso nel silenzio della notte diviene il luogo della nostra immaginazione, delle nostre inquietudini e dei nostri sogni, un paesaggio che si ridisegna
totalmente.” Ecco come Mauro Bigonzetti descrive le suggestioni che stanno alla base della creazione coreografica: lo spettacolo parte dall’idea della notte intesa non come oscurità reale e mentale, ma assaporata come rigeneratrice di una realtà intima, personale, sempre secondo Bigonzetti: “come il buio che precede l’apertura di un sipario, momento magico che ci sospende e ci spinge entro il luogo in cui il reale ed il consueto si trasformano, dove tutto, le nostre ansie, le nostre passioni, le nostre gioie si materializzano, dove tutto il reale si ripresenta con valori diversi.” Mentre Angelo Davoli descrive questa notte come “metafora dell’anima, del nostro io più profondo, dell’intimità che attraverso l’arte l’uomo ha sempre cercato in maniera sublime di evocare.”