EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
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Stagione 2011/2012

ROMEO E GIULIETTA

Locandina:

di William Shakespeare
traduzione Massimiliano Palmese
uno spettacolo di Giuseppe Marini
con (in o. a.) Fabio Bussotti, Mauro Conte, Riccardo Francia, Fabio Fusco, Serena Mattace Raso, Fiorenza Pieri, Simone Pieroni, Nicolò Scarparo, Francesco Wolf, Lucas Waldem Zanforlini
scene Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
musiche originali Marco Podda
maestro d'armi Francesco Manetti
luci Vincenzo Lazzaro
aiuto regia Francesco Piotti

in collaborazione con l'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma
e l'Accademia "Palcoscenico" di Padova


Date e Info: da giovedì 1 a sabato 3 dicembre 2011 ore 21, domenica 4 dicembre 2011 ore 15,30
Compagnia: Società per Attori, Teatro Stabile del Veneto - Teatro Goldoni

Scheda:

La più alta indagine poetica sulla natura dell’amore. La tragedia più popolare del genio shakespeariano, talmente depositata nella memoria collettiva da diventare mito. ROMEO E GIULIETTA è una favola d’amore e morte che da sempre incanta il pubblico: amara, ambigua, crudelissima ma anche affascinante, visionaria e non priva di ironia. Giuseppe Marini, tra i nuovi e più interessanti talenti della regia nazionale, al terzo incontro con Shakespeare, dopo le messe in scena di Sogno di una notte di mezza estate e Amleto, rilegge con una cifra onirica e raffinata il capolavoro della letteratura teatrale di tutti i tempi. Con un cast di 10 giovani interpreti, lo spettacolo si inserisce in un progetto che mira a promuovere le ultime leve del teatro italiano: al suo debutto nella scorsa stagione è stato accolto da uno straordinario successo, registrando il tutto esaurito in vari teatri italiani e raccogliendo l’entusiasmo anche del pubblico più giovane.

Secondo il regista il testo, più che una vicenda reale, racconta di come l'amore ai tempi di Shakespeare fosse governato da codici letterari e comportamentali: meditazione sul linguaggio e sulle fatali conseguenze dell’affidamento di questo pericoloso strumento a personalità troppo acerbe, ROMEO E GIULIETTA è "la tragedia di due adolescenti intrappolati nel Libro, che adeguano il loro sentimento alla parola, piuttosto che il contrario". "Quando in quest’opera si parla di Amore, affiorano immagini molto concrete: libro, lettura, rima, memorizzazione e recitazione che insieme lavorano a un’immagine sorprendentemente sovversiva: amare vuol forse dire leggere libri, memorizzarne il contenuto e enunciarlo quando se ne dà occasione opportuna?": "è proprio in quel codice linguistico - frainteso - che inciampano rovinosamente i due adolescenti di Verona (già predisposti e programmati per l’amore prima ancora di incontrarsi, di innamorarsi, di conoscersi) cresciuti e addestrati a quel misterioso Libro dell’Amore dove è scritto che la prova massima della sua autenticità e perfezione risiede nel fatale abbraccio con la Morte."

L'impianto visivo dello spettacolo ha un chiaro riferimento alla cinematografia di Tim Burton soprattutto nei costumi, che inseguono un vago e favolistico Ottocento vittoriano, a cui fa da sfondo e contenitore una scena tutta nero e oro dotata di un secondo livello: un più piccolo palcoscenico, luogo della meraviglia, lirico o macabro teatrino dell’amore "da dove i tragici protagonisti recitano se stessi e per se stessi quel copione di cui credono di essere gli autori."

"un allestimento burtoniano fresco e deliziosamente spettinato" Rossella Battisti, L'Unità

"Un nuovo Shakespeare per una tragedia nuova: non riletta né ripensata. Diversa, originale, sottilmente bohemien" Patrizia Vitrugno, ilgrido.org


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