EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
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Stagione 2010/2011

IL BERRETTO A SONAGLI

Autore: Luigi Pirandello
Locandina:

di Luigi Pirandello
regia Giuseppe Dipasquale
scene Antonio Fiorentino
costumi Elena Mannini
musiche Gustav Mahler
luci Franco Buzzanca
con Pino Caruso,
Magda Mercatali, Loredana Solfizi, Dely De Majo, Giovanni Guardiano, Emanuela Muni, Enzo Gambino, Giada Colonna
Teatro Stabile di Catania, Teatro Biondo Stabile di Palermo


Date e Info: da giovedì 3 febbraio a domenica 6 febbraio 2011

Scheda:

Un classico del teatro del '900: Il berretto a sonagli è, con i Sei personaggi, il testo più rappresentato di Luigi Pirandello. Gli Stabili di Catania e di Palermo, nella primavera del 2010, hanno prodotto una nuova versione della commedia, affidandola alla regia di Giuseppe Dipasquale e all'interpretazione di un cast di qualità, fra cui spicca il mattatore Pino Caruso.
Realtà e apparenza si confondono irrimediabilmente nella vicenda: la Signora Beatrice Fiorica, tradita dal marito con la giovane moglie dello scrivano Ciampa, vorrebbe denunciare l'adulterio ma Ciampa tenta di dissuaderla, dichiarando che la denuncia causerebbe gravi problemi a tutti, senza contare che, per salvare l'onore del suo nome, lui sarebbe costretto a uccidere la moglie. Beatrice non desiste dal suo proposito e, dopo l'arresto dei due fedifraghi, Ciampa deve risolvere la situazione con un magistrale coup de théâtre: far credere a tutti che la Signora Fiorica è pazza e il tradimento è soltanto il frutto dell'immaginazione di una moglie resa folle dalla gelosia. Alla fine anche la donna asseconda la nuova "verità" inventata dal suo avversario, che le spiega: "Per il suo bene! E lo sappiamo tutti qua, che Lei è pazza. E ora deve saperlo tutto il paese. Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s'allarmi! Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel'insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!". Caruso, attore fra i più versatili e intensi del teatro e del cinema italiani, aggiunge il suo nome ai mitici interpreti del ruolo di Ciampa, da Salvo Randone a Turi Ferro, fino a Paolo Stoppa, virando il personaggio verso un distacco quasi brechtiano, lucido condensato di disperazione e impotenza: nella misura dei gesti si colloca in una dimensione astratta dalle connotazioni di spazio e tempo, pienamente classica.
Lontano da molte delle caratterizzazioni enfatiche che altri interpreti hanno scelto per il personaggio, Caruso incarna la bonaria fatalità che Ciampa esprime come "vittima" della vita e degli eventi: soltanto alla fine della vicenda l'uomo trova la forza di ribaltare la situazione, con la trovata geniale di sostituire la realtà con una realistica finzione. D'altra parte, è il disagio psicologico e sociale dell'uomo contemporaneo la chiave di questo allestimento, che ritrae la nevrosi della classe borghese in violenta contrapposizione con l'ordine morale del ceto popolare. La realtà cambia a seconda del punto di vista: gli attori recitano su una piattaforma girevole, mossa dai tempi dell'incompiuta Decima Sinfonia di Gustav Mahler, che evoca lo spirito di un'epoca, il "mal de vivre".


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