EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
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Stagione 2010/2011

TERRA PADRE

Locandina:

reading spettacolo dai racconti di Roberto Saviano
regia Giorgio Gallione
con Neri Marcoré
e Eugenio Allegri
musiche originali Mario Arcari
scene Lorenza Gioberti
luci Aldo Mantovani 
si ringrazia Agenzia Roberto Santachiara e Arnoldo Mondadori Editore
Teatro dell'Archivolto


Date e Info: da martedì 23 novembre a mercoledì 24 novembre 2010 - ore 21

Scheda:

si ringrazia Agenzia Roberto Santachiara e Arnoldo Mondadori Editore
È lo scrittore che ha sfidato i boss camorristi con un romanzo, Gomorra, diventando una delle più celebri vittime di persecuzione nel mondo della letteratura: Roberto Saviano torna in teatro con la forza dirompente delle sue parole, cariche di sdegno civile e commozione.
Al Teatro dell'Archivolto l'autore ha affidato il materiale, in parte ancora inedito, prodotto dopo Gomorra. Due racconti, La terra padre e L'anello, e spunti narrativi che continuano ad affrontare storie del Sud e dell'Italia contemporanea. La regia di Giorgio Gallione dirige due formidabili narratori/attori come Neri Marcoré e Eugenio Allegri nell'universo poetico e violento di queste storie.
Terra Padre è una lettura scenica di grande impatto emotivo e politico, che intreccia vicende di dolore e crudeltà, resistenza e oppressione all'ombra delle potenti e arcaiche strutture della criminalità organizzata collusa con il potere politico. Omertà ed eroismi, ribellione e controinformazione si giocano i destini dei ragazzi di un Sud Italia martoriato dalla camorra.
Un giovane uomo decide di laurearsi in filosofia per "non decidere al posto di nessuno", contro la volontà di un padre-padrone che lo inizia presto all'uso della pistola. Una giovane donna che arriva dal Nord per partecipare a un matrimonio deve infilare una vera al dito: non le appartiene ma la proteggerà, secondo il suo ospite, da attenzioni indesiderate. Saviano mette a nudo l' "inferno" della sua terra con lucidità e partecipazione.
Come non c'è retorica nella sua lingua, così la messa in scena resta asciutta: tutto si svolge davanti a due microfoni su un palco disseminato di pietre, con un fondale grigio ferro che a tratti si illumina di un rosso fiammeggiante.
Due voci intense ma senza enfasi, accompagnate dalle musiche originali di Mario Arcari, si fanno interpreti di una nuova coscienza civile.
 


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