EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
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Stagione 2012/2013
PROSA D'AUTORE

IFIGENIA IN AULIDE

Locandina:

di Euripide 
adattamento e regia Marco Plini
con Giulia Angeloni, Giusto Cucchiarini, Roberta De Stefano, Ivano La Rosa, Giancarlo Latina, Luca Mammoli, Silvia Pernarella, Emilia Scarpati
aiuto regista Thea Dellavalle 
assistente alla regia in stage Maria Vittoria Bellingeri


Date e Info: da martedì 5 a mercoledì 6 febbraio 2013 (ore 21)
Compagnia: ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione

Scheda:

 

Emilia Romagna Teatro scommette ancora sui nuovi talenti e affi da una delle nuove produzioni 2012-13 a un giovane regista con un’invidiabile curriculum, che da anni collabora con la Fondazione: Marco Plini, assistente di un maestro della scena come Massimo Castri, ha già alle spalle un’esperienza a livello europeo nel campo della formazione teatrale e ottime prove di regia, fra cui il pubblico cesenate ricorda senz’altro Freddo, il drammatico testo di Lars Norén, coinvolgente e crudo teatrino della violenza sociale, che Plini ha messo in scena nel 2011 insieme a 3 bravissimi ex allievi. Anche il nuovo progetto, IFIGENIA IN AULIDE, nasce da un percorso di ricerca e formazione che Plini condivide con 8 giovani attori: partendo dal testo di Euripide la compagnia affronta un vero e proprio viaggio attraverso i miti fondanti della civiltà occidentale, fi no al confronto con la contemporaneità.

La flotta greca in partenza per Troia è bloccata in Aulide dal vento sfavorevole: l’indovino rivela che solo grazie a un sacrifi cio la dea Artemide, placata, permetterà la partenza. È la vergine Ifi genia, fi glia di Agamennone, la vittima prescelta: il padre la attira all’accampamento con la promessa di un improvviso matrimonio con Achille. Al suo arrivo, con la madre Clitemnestra e il piccolo fratello Oreste, Ifigenia scopre l’orribile verità. Dopo l’iniziale richiesta di pietà, offre spontaneamente la propria vita ma, al momento del sacrifi cio, la dea Artemide la sostituisce con una cerva.

“Agamennone e Menelao non sono eroi, non hanno ancora vinto la guerra, sono giovani condottieri, inesperti che non conoscono ancora né gli onori né il prezzo della vittoria. Euripide ce li presenta come fi gure contraddittorie: da un lato sono cinici e crudeli nella superfi cialità e nella leggerezza con cui accettano il sacrifi cio di un’innocente nella prospettiva di ottenere prestigio e vittoria, o per vendicare l’orgoglio ferito, dall’altro sono vili e insicuri, tornerebbero sulle proprie decisioni in modo ugualmente irresponsabile. Sono dominati da ambizione e sete di potere, o da sete di eros, ma sono deboli nell’esercizio dell’autorità, cambiano idea, tentennano, non sanno controllare gli eventi e gli uomini sono, in fondo, inesperti del comando.
Per capriccio o ambizione hanno messo in moto qualcosa che sfugge al loro controllo e non hanno il coraggio di sostenere le ragioni dei vincoli famigliari che pure li trattengono di fronte a un esercito tanto numeroso che preme per iniziare la spedizione. I valori eroici sono degradati, la tragedia si abbassa, a tratti sfi ora la farsa. A sbloccare la situazione è il sacrifi cio spontaneo di Ifigenia, la decisione di una ragazzina che si dimostra più risoluta dei grandi. Ma la scrittura di Euripide, permeata dalla crisi del suo tempo, incrina anche l’immagine di questa giovane martire che va incontro al suo destino a testa alta; anche la critica ha rilevato nell’autosacrifi cio di Ifi genia ‘qualcosa di surriscaldato, di narcotico’ di profondamente irrazionale, resta dunque il sospetto che anche in esso non ci sia vero eroismo ma solo una forma di incoscienza più ingenua e cieca e in un certo senso più terribile.
C’ è dunque nel testo lo spazio per approfondire un discorso su una forma del tragico che assume, come materiale da plasmare e rappresentare, le debolezze umane e che arriva a sfi orare la farsa, e lo spazio per tentare attraverso la regia un racconto sull’uomo molto vicino alla visione disincantata e priva di eroi della nostra contemporaneità.” Marco Plini

www.emiliaromagnateatro.com

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