EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
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Stagione 2009/2010
Massimo Venturiello e Tosca in

LA STRADA

Locandina:

di Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi
dramma con musiche tratto dal film di Federico Fellini
musiche Germano Mazzocchetti
testi delle canzoni Nicola Fano e Massimo Venturiello
con Camillo Grassi  “ Il matto”
e con Franco Silvestri, Barbara Corradini, Gabriella Zanchi, Chiara Di Bari, Dario Ciotoli
scene Alessandro Chiti
costumi Sabrina Chiocchio
coreografie Fabrizio Angelini
disegno luci Iuraj Saleri
regia Massimo Venturiello
uno spettacolo realizzato da Fioravante Cozzaglio - Giorgio Andriani - Cristina Pichezzi - Adriana Condò

produzione La Contemporanea, Compagnia Mario Chiocchio
in collaborazione con Asti Teatro 30, Fondazione Fellini


Date e Info: Luned́ 22 marzo 2010, ore 21
Compagnia: La Contemporanea, Compagnia Mario Chiocchio

Scheda:

Adattamento del grande film di Federico Fellini, La strada nasce dalla riscrittura di Bernardino Zapponi e Tullio Pinelli (quest’ultimo collaboratore alla sceneggiatura cinematografica con Fellini e Flaiano), che, pur restituendo la trama e i dialoghi del film, ne trae una formula squisitamente teatrale.
La partitura musicale creata da Germano Mazzocchetti per l’occasione insieme a una dozzina di inediti brani cantati contribuisce a collocare questa messa in scena dentro un genere nuovo, di difficile definizione.
Intorno ai due personaggi felliniani di Zampanò e Gelsomina ruota un’umanità altrettanto degradata e marginale, cinica, diffidente e povera. Un miserabile microcosmo che si muove in un’atmosfera irreale, sottolineata dalla scena astratta e materica di Alessandro Chiti e dai costumi visionari di Sabrina Chiocchio, come in una favola dolorosa che con leggerezza e efficacia si propone di destare la nostra attenzione.

Tra Zampanò e Gelsomina non c’è dialogo, ma solo una serie infinita di domande e risposte mancate. Il filo conduttore della loro storia umana, del loro breve tragico viaggio è proprio il non detto. Attraverso quanto non riescono a dirsi, traspare tutta la disperazione della loro condizione. La diffidenza, il cinismo, l’incomunicabilità, sono la colonna sonora della loro esistenza bassa, ai margini della società e della civiltà, ma sono anche il suono della vita di tanti come loro, che ancora oggi popolano le nostre metropoli.
 
“La strada di cui parla Fellini è dietro l’angolo di casa nostra, magari sotto un ponte o dietro una stazione, ecco perché questo film ci colpisce ancora, ecco perché ci emoziona ancora la povera Gelsomina, quando viene abbandonata, o il terribile Zampanò, quando piange ubriaco, sulla sabbia, guardando le stelle. [...] Dedichiamo questo spettacolo ai randagi che abitano la strada.”

Massimo Venturiello


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